Riportiamo, di seguito, l’appello riguardante il nuovo piano industriale di Carocci Editore e le prospettive dei lavoratori della casa editrice.
Per ulteriori informazioni, si invita a consultare il sito: https://caroccinsciopero.wordpress.com
Si segnala, inoltre, la petizione a sostegno dell’appello su change.org: https://caroccinsciopero.wordpress.com
RILANCIAMO CAROCCI EDITORE
L’appello di Alberto Asor Rosa, Tullio De Mauro,
Adriano Prosperi, Luca Serianni
Apprendiamo con profonda preoccupazione del piano industriale presentato il 10 dicembre da Edifin (società che controlla il Mulino e Carocci editore), piano che prevede il licenziamento di oltre metà dei 32 dipendenti della Carocci. È evidente che un intervento di questa portata non prefigura un auspicabile rilancio della casa editrice e, anzi, sembra preannunciare un ulteriore prossimo ridimensionamento, se non un vero e proprio smantellamento. Carocci ha sempre mostrato grande interesse e “curiosità” nei confronti degli studi, delle ricerche, delle più vive espressioni culturali del paese, nonché tempestiva attenzione a voci significative del panorama internazionale. Ha avuto il coraggio di accogliere progetti innovativi, ha seguito con partecipazione e costanza il mondo dell’insegnamento universitario cogliendone di volta in volta stimoli e proposte, pur muovendosi in una fase di complessa e difficile trasformazione. E lo ha fatto con competenze e professionalità consolidatesi negli anni che il piano industriale presentato nei giorni scorsi rischia di mortificare irrimediabilmente e di disperdere.
Le scelte prospettate dalla proprietà, oltre a incidere sulla vita delle persone coinvolte, determineranno un impoverimento del panorama editoriale e priveranno l’università italiana e, più in generale, il mondo della cultura di un interlocutore attento, credibile e scrupoloso.
L’Italia sta vivendo, al pari del resto d’Europa e di una fetta consistente del mondo intero, un periodo di crisi profonda dal quale stenta a uscire. Da più parti giungono richiami a incentivare l’innovazione, la ricerca e l’avanzamento dei saperi, nell’idea che queste siano le premesse chiave per il nostro progresso. In tale scenario, il ridimensionamento di un editore che ha guadagnato un posto importante nel quadro della formazione superiore e nel più ampio contesto culturale italiano appare ai nostri occhi inspiegabile e controproducente.
Auspichiamo vivamente che il piano industriale possa essere rivisto in modo radicale, con la duplice finalità di garantire la piena occupazione al personale di Carocci e di preservare, anzi rafforzare, il pluralismo dell’editoria italiana.
Alberto Asor Rosa
Tullio De Mauro
Adriano Prosperi
Luca Serianni
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