We are glad to give notice of the release of the volume Tracce di Humboldt. Osservare, descrivere, misurare, by Claudio Greppi (Asterios, 2021).
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I saggi che compongono questo volume derivano da ricerche condotte fra il 1992 e il 2013 in circostanze e con finalità diverse (convegni, riviste, pubblicazioni collettive). Il filo conduttore è dato dai riferimenti alla figura e alle opere di Alexander von Humboldt, del quale ho curato nel 1992 (quinto centenario del viaggio di Colombo) l’edizione italiana di un testo – in verità poco conosciuto anche all’estero – dal titolo Examen critique de l’histoire de la géographie du Nouveau Continent, pubblicato in francese nel 1835. In quel periodo l’autore era già ritornato a Berlino, dove organizzava i famosi congressi degli scienziati e manteneva una fitta corrispondenza con i suoi interlocutori tanto in Francia che in quella che stava divenendo l’America latina indipendente. In tutta la sua lunga esistenza (1769-1859) Humboldt non ha mai smesso di esercitare una notevole influenza sulla comunità scientifica europea: il suo ruolo è stato quello di promuovere una quantità di campi del sapere e di attivare la formazione e la diffusione di grandi inventari della conoscenza ‘fisica’, ovvero geografica. Certamente è stato l’uomo di scienza più celebrato, forse troppo, per tutta la prima metà dell’Ottocento, soprattutto a Parigi e a Berlino.
Tuttavia in Italia la figura di Humboldt è rimasta poco studiata. Delle sue opere più importanti, come i Tableaux de la nature o la Rélation historique del viaggio americano solo la prima è stata tradotta in italiano ma solo di recente (Quadri della natura, La Nuova Italia, 1997); della seconda sono state tradotte solo alcune antologie, mentre lo stesso Cosmos, una delle opere scientifiche più diffuse alla metà dell’Ottocento, in Europa e in America, non ha mai avuto nessuna diffusione, nonostante in Europa fosse un best-seller.
Oggi il suo ruolo può essere tuttavia rivalutato per il contributo dato alla dimensione spaziale dei fenomeni naturali e umani nel corso di numerosi interventi apparentemente ‘minori’, più che per la sua grande opera finale, il Cosmos, la cui pubblicazione ha avuto la sfortuna di cadere proprio mentre l’attenzione dei naturalisti veniva monopolizzata dall’Origine delle specie di Darwin. In particolare oggi si rivaluta di Humboldt il modo di presentare lo studio dei fenomeni anche sotto forma di dimostrazione grafica, come carte, sezioni, grafici. Anche il vedutismo della prima metà dell’Ottocento assumeva per Humboldt un ruolo importante nella diffusione delle conoscenze geografiche: il paesaggio è la sintesi dei diversi fattori fisici che talvolta i pittori sanno cogliere e trasmettere alla scienza, nei decenni che precedono la diffusione della fotografia.
I capitoli che compongono questo libro mantengono sullo sfondo o in primo piano la figura di Humboldt e derivano da scritti in parte già pubblicati ma qui riveduti nella forma e nella sostanza e soprattutto corredati dalle indispensabili illustrazioni. Nel riproporre questa nuova versione ho seguito un ordine cronologico, dal Quattrocento all’Ottocento. Carte, vedute e ‘pasigrafie’ sono i prodotti iconografici sui quali si focalizza ciascuno dei periodi esaminati: in ciascuno dei quali si presenta un nuovo modo di osservare, descrivere, misurare lo spazio.
Here you can download the Table of Contents and the first pages of the volume.
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